Teoria politica mirante ad organizzare la collettività secondo i gruppi di interesse che la compongono, le cosiddette corporazioni, che svolgono una funzione intermedia tra cittadini e Stato. La società corporativa si fonda “sulle famiglie, sulle imprese, sulle categorie professionali, sui partiti, sulle organizzazioni spirituali, morali e culturali” (RASI 1973: 182). A differenza dei paesi capitalistici, dove i diversi soggetti di interesse concorrono spontaneamente e liberamente, la società corporativa è rigidamente centralizzata e controllata dallo Stato.
La massima espressione storica del c. è costituita dalla società medievale, che è basata sull’autonomia semisovrana delle categorie, sulla trasmissione per via familiare dell’attività professionale e su un rapporto sociale di tipo gerarchico, dove non sono previsti conflitti di classe.
L’ideale corporativo esalta la tradizione e l’autorità costituita ed per ciò che si è affermato anche presso i regimi fascisti, ed è stato accettato dalla chiesa, che lo ha sostenuto nelle encicliche sociali.
16.1 Vantaggi e limiti
I vantaggi e i limiti del c. sono gli stessi degli Stati centralizzati, in cui prevale la logica del gruppo, mentre le libertà della persona appaiono più o meno sacrificate.
18. Teocrazia
15 anni fa
Nessun commento:
Posta un commento